FOTO: La sonda spaziale Juno ci mostra la bellezza dei poli di Giove

I due poli di Giove

I due poli di Giove presi dalla sonda »Juno».
Immagine - NASA

Per la prima volta nella storia dell'umanità, possiamo osservare dal soggiorno delle nostre case i poli di Giove, un pianeta gassoso che si trova a una distanza di circa 588 milioni di chilometri, né più né meno. E tutto grazie alla NASA, e più specificamente alla sua sonda spaziale »Juno».

Nelle immagini che ha scattato si può vedere una vera e propria piaga di cicloni di forma ovale che hanno un comportamento e una composizione che non è stato visto finora su nessun altro pianeta del Sistema Solare. Al Polo Nord sono state scoperte tempeste gigantesche, di 1.400 chilometri di diametro.

Gli occhi di Giove

Immagine - Craig Sparks

Sebbene non ci siano solo tempeste impressionanti, hanno anche visto a nuvola che misura circa 7.000 chilometri di diametro che è ben al di sopra del resto al Polo Nord. Al momento non si sa come si possano formare fenomeni così incredibili; Tuttavia, studiando i dati sulle temperature degli strati interni dell'atmosfera è stato possibile scoprirlo grandi quantità di ammoniaca provenienti dalle aree più profonde contribuiscono alla loro formazione.

La sonda spaziale »Juno» è stato il primo a poter osservare la pioggia di elettroni che cade nell'atmosfera, che crea le intense aurore boreali del pianeta gassoso. Un decennio fa la sonda Pioneer 11 della NASA ha superato 43.000 miglia sopra le nuvole, ma "Juno" è arrivata dieci volte più vicino, quindi gli scienziati non hanno trovato difficile misurare l'intensità del campo magnetico. Il risultato è stato 7.766 gauss, il doppio di quanto calcolato fino ad ora. Per avere un'idea di cosa succede sul pianeta gassoso, dobbiamo sapere che l'intensità del campo magnetico terrestre è di 100 gauss, che equivale all'incirca all'attrazione di una barra magnetica inclinata di 11 gradi rispetto all'asse. rotazione del globo.

"Juno", delle dimensioni di un campo da basket, è un'astronave che utilizzare solo energia solare catturato da grandi pannelli. Le telecamere e il resto dell'attrezzatura scientifica sono schermate con titanio in modo che siano ben protette dalle radiazioni emesse da Giove. Ma è previsto il suo "suicidio": sarà il 20 febbraio 2018, quando entrerà negli strati più esterni dell'atmosfera per scoprire se c'è un nucleo roccioso come si crede da tempo. Se è così, e poiché Giove è stato il primo pianeta a formarsi, potrebbe chiarire agli scienziati quali tipi di materiali esistevano nel primo sistema solare.

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